OncoUrologia: Oncologia urologica
Esistono opzioni terapeutiche limitate per i pazienti con carcinoma a cellule squamose del pene ( PSCC ) in fase avanzata dopo fallimento della chemioterapia.
Pertanto, è stata valutata la fattibilità del trattamento di salvataggio utilizzando l’anticorpo monoclonale anti-EGFR Nimotuzumab nei pazienti con tumore PSCC che avevano fallito la chemioterapia.
E' stata esaminata la risposta potenziale o i biomarcatori di resistenza.
Sei pazienti con tumore PSCC con fallimento della chemioterapia con malattia localmente avanzata o metastasi a distanza sono stati arruolati consecutivamente al trattamento con Nimotuzumab.
Sono state valutate le risposte cliniche e gli effetti collaterali, e le caratteristiche genetiche dei campioni tumorali sono state analizzate attraverso il sequenziamento di nuova generazione delle regioni hotspot nei geni correlati al tumore.
Su 6 pazienti, 2 hanno mostrato risposte parziali, 1 è stato identificato come affetto da malattia stabile, mentre gli altri 3 hanno presentato una progressione della malattia dopo la terapia con Nimotuzumab.
Gli effetti collaterali sono stati tutti ben tollerati.
L'analisi genetica ha rivelato che TP53, CDKN2A, RB1, SMAD4, FLT3 e PIK3CA erano i geni mutati più frequentemente nei campioni di tumore PSCC, mentre KRAS, HRAS, EGFR, ERBB2 e FLT3 alterati potevano essere correlati con la resistenza a Nimotuzumab.
Inoltre, 3 pazienti positivi al papillomavirus umano ( HPV ) hanno mostrato ciascuno una risposta clinica o una malattia stabile.
L’anticorpo monoclonale anti-EGFR può rappresentare una potenziale modalità per i pazienti con carcinoma squamo cellulare del pene localmente avanzato dopo fallimento della chemioterapia.
Sono necessari ulteriori studi clinici su larga scala per chiarire il ruolo dello stato di HPV, e le mutazioni geniche critiche nella risposta clinica alla terapia mirata a EGFR. ( Xagena )
Huang KB et al, Urologic Oncology: Seminars and Original Investigations 2019; 37: 71-77
Xagena_OncoUrologia_2019