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Pembrolizumab più Axitinib versus Sunitinib come terapia di prima linea per il carcinoma renale in fase avanzata: analisi aggiornata di KEYNOTE-426


Lo studio randomizzato in aperto di fase 3 KEYNOTE-426 ha dimostrato che la combinazione Pembrolizumab ( Keytruda ) e Axitinib ( Inlyta ) ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale ( OS ), la sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) rispetto a Sunitinib ( Sutent ), come terapia di prima linea per il carcinoma a cellule renali avanzato ( aRCC ) alla prima analisi intermedia pre-pianificata ( follow-up minimo di 7 mesi ).

E' stata presentata una analisi aggiornata.

Ai pazienti naive-al-trattamento con carcinoma renale a cellule chiare in fase avanzata, Karnofsky performance status ( KPS ) maggiore o uguale a 70% e malattia misurabile ( criteri RECIST v1.1 ), sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 1:1 a ricevere Pembrolizumab 200 mg IV Q3W ( ogni 3 settimane ) per un massimo di 35 dosi + Axitinib 5 mg BID ( due volte al giorno ) per os oppure Sunitinib 50 mg QD ( una volta al giorno ) per via orale in una schedula di 4 settimane ON / 2 settimane OFF fino a progressione, tossicità o sospensione del trattamento.
La randomizzazione è stata stratificata in base al rischio IMDC ( favorevole versus intermedio vs sfavorevole ) e alla regione geografica ( Nord America vs Europa occidentale vs Resto del mondo ).

Gli endpoint primari erano la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione. Gli endpoint secondari erano, tasso di risposta obiettiva, durata della risposta ( DOR ) e sicurezza.
È stata effettuata una analisi esplorativa post-hoc per valutare l'associazione della profondità della risposta ( massima riduzione rispetto al basale nella somma dei diametri delle lesioni target ) e la sopravvivenza globale utilizzando l'analisi landmark fino a 6 mesi dopo la randomizzazione.

Un totale di 861 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Pembrolizumab + Axitinib ( n = 432 ) o a Sunitinib ( n = 429 ).
La durata mediana ( intervallo ) del follow-up per tutti i pazienti è stata di 27.0 mesi ( 0.1-38.4 ).

La combinazione di Pembrolizumab e Axitinib ha migliorato la sopravvivenza globale ( hazard ratio, HR = 0.68 [ IC 95%, 0.55-0.85 ]; P inferiore a 0.001; il tasso di sopravvivenza globale a 24 mesi, 74% vs 66% ) rispetto a Sunitinib.

La sopravvivenza globale mediana ( IC al 95% ) non è stata raggiunta con Pembrolizumab + Axitinib ed è stata di 35.7 mesi ( 33.3-NR [ non-raggiunta ] ) con Sunitinib.

Pembrolizumab + Axitinib ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione ( HR = 0.71 [ IC 95%, 0.60-0.84 ]; P inferiore a 0.001; tasso di sopravvivenza senza progressione a 24 mesi, 38% vs 27% ) rispetto a Sunitinib.

Per Pembrolizumab + Axitinib versus Sunitinib, rispettivamente, la sopravvivenza libera da progressione mediana ( IC al 95% ) è stata pari a 15.4 mesi ( 12.7-18.9 ) versus 11.1 ( 9.1-12.5 ); il tasso di risposta globale è stato pari a 60% versus 40% ( P inferiore a 0.0001 ); il tasso di risposta completa ( CR ) è stato del 9% versus 3%; e la durata mediana della risposta ( DOR ) è stata di 23.5 mesi ( intervallo 1.4+ a 34.5+ ) versus 15.9 ( intervallo 2.3-31.8+ ).

In generale, il beneficio di Pembrolizumab + Axitinib è stato osservato in tutti i sottogruppi testati, compresi i sottogruppi di rischio IMDC e di espressione PD-L1.

L'analisi landmark post-hoc a 6 mesi ha mostrato che i pazienti trattati con Pembrolizumab + Axitinib con una riduzione della lesione target pari o superiore all'80% presentavano una sopravvivenza globale simile a quella dei pazienti con risposta completa secondo i criteri RECIST v1.1 e sulle stime dell'hazard ratio [ IC al 95 % ] ( 0.20 [ 0.05-0.84 ] vs 0.10 [ 0.01-0.76 ], rispettivamente ) versus i pazienti con riduzione della lesione target compresa tra 0 e 30%.

Non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza.

In conclusione, la combinazione di Pembrolizumab e di Axitinib ha continuato a dimostrare un'attività antitumorale superiore e duratura rispetto a Sunitinib nei pazienti con carcinoma a cellule chiare in base avanzata, come trattamento di prima linea, con un follow-up mediano di 27 mesi. ( Xagena )

Fonte: American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) Virtual Meeting, 2020

Xagena_OncoUrologia_2020



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