OncoUrologia: Oncologia urologica
I pazienti con tumore prostatico con persistenza dell'antigene prostatico specifico ( PSA ) dopo prostatectomia radicale sono ad aumentato rischio di mortalità, sebbene la storia naturale di questi uomini sia eterogenea e non sia stata stabilita una gestione ottimale.
È stato sviluppato un modello per prevedere la mortalità specifica per il cancro e testare l'impatto della radioterapia sulla sopravvivenza in questo contesto.
Sono stati identificati 496 pazienti sottoposti a prostatectomia radicale e dissezione linfonodale in due Centri di riferimento tra il 1994 e il 2014 con persistenza del PSA, definita come livello di PSA tra 0.1 e 2 ng/ml a 6-8 settimane dopo prostatectomia radicale.
È stato sviluppato un modello multivariabile che prevedesse la mortalità cancro-specifica.
Si è valutato se l'impatto dei livelli di PSA postoperatorio sulla sopravvivenza differisse in base al rischio di mortalità tumore-specifica al basale.
È stata esaminata la relazione tra il rischio di mortalità associata al tumore al basale e a 10 anni secondo la radioterapia postoperatoria.
Il follow-up mediano per i sopravvissuti è stato di 110 mesi.
Complessivamente, 49 pazienti sono andati incontro a mortalità cancro-specifica
La sopravvivenza libera da mortalità cancro-specifica a 10 anni è stata dell'88%.
Il gruppo di grado patologico e lo stadio patologico sono stati predittori indipendenti di mortalità cancro-specifica ( tutti P=0.01 ).
L'associazione tra sopravvivenza libera da mortalità cancro-specifica e PSA a 6-8 settimane differiva in base al rischio di mortalità cancro-specifica al basale, per cui l'effetto dell'aumento del PSA è stato evidente solo nei pazienti con rischio di mortalità cancro-specifica uguale o superiore al 10%.
La radioterapia postoperatoria è risultata benefica quando il rischio previsto di mortalità cancro-specifica è stato uguale o superiore al 30% ( P=0.001 da test di interazione ).
Lo studio è risultato limitato dal suo disegno retrospettivo.
In conclusione, l'aumento dei livelli di PSA dovrebbe essere considerato un predittore della mortalità esclusivamente negli uomini con caratteristiche patologiche peggiori.
La eadioterapia postoperatoria in questa impostazione è risultata associata a un beneficio di sopravvivenza nei pazienti con rischio di mortalità tumore-specifica uguale o superiore al 30%.
Viceversa, le persone con un rischio di mortalità cancro-specifica inferiore al 30% dovrebbero essere inizialmente gestite con una strategia di attesa. ( Xagena )
Gandaglia G et al, Eur Urol 2017; 72: 910-917
Xagena_OncoUrologia_2017