OncoUrologia: Oncologia urologica
La letteratura recente riporta associazioni inverse tra frequenza eiaculatoria e cancro alla prostata.
Si è cercato di esplorare la relazione tra frequenza eiaculatoria da 20 a 50 anni, e il successivo sviluppo di tumore aggressivo alla prostata.
È stato condotto uno studio caso-controllo con il campionamento di 2.141 uomini da cliniche urologiche a Victoria, in Australia.
I casi sono stati definiti come uomini con carcinoma alla prostata ad alto grado o alto stadio e controlli negativi alla biopsia.
La frequenza di eiaculazione nelle decadi di età di 20, 30 e 40 anni è stata valutata mediante questionario.
È stata osservata una associazione inversa con la frequenza eiaculatoria tra 30 e 39 anni ( odds ratio, OR per aumento di 5 unità a settimana=0.83 ) ma non tra 20 e 29 anni ( OR=1.01 ) o dai 40 ai 49 anni ( OR=0.95 ).
Questo risultato differiva tra gli uomini con nuovi partner sessuali dopo i 30 anni ( OR=0.77, P=0.009 ) e quelli senza nuovi partner ( OR=0.97, P=0.8 ) sebbene il test per una differenza tra queste stime non era significativo ( P=0.11 ).
In conclusione, sono state trovate solo deboli evidenze di una associazione inversa tra frequenza eiaculatoria nella quarta decade di vita e tumore avanzato alla prostata, che non è risultata significativamente modificata dal numero di nuovi partner sessuali.
Nessuna relazione è stata trovata per la frequenza eiaculatoria nella terza e nella quinta decade di vita. ( Xagena )
Papa NP et al, Urol Oncol 2017; 35: 530.e7-530.e13
Xagena_OncoUrologia_2017